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Chi mena per primo mena due volte?

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Un tipo ieri mi dice ”dove festeggi il natale?’
ed io ”non ho motivi per festeggiare il natale.”
”Non festeggi il natale?!? Che vita vuota che hai..”

Davanti a banali prese di posizioni, giudizi gratuiti, tematiche quali politica e religione, ti sorrido e lascio parlare da solo, tanto è la ragione che vai cercando! Ecco lampante la riflessione chiara e potente..

..le guerre, i litigi, il male nel mondo, quante stronzate!

Ci scontriamo perché siamo schiavi della modalità io vinco, tu perdi, o viceversa. Attacca o fuggi, ‘chi mena per primo mena due volte!’.

Onnipotenti detentori della verità, combattiamo le ns inutili guerre. Per portare la gente verso la realtà, la ns realtà.

Vaffanculo a queste cazzate!
Vaffanculo all’intolleranza!
Vaffanculo allo stupido orgoglio che ci porta a credere ‘o sei con me o contro di me!’

Il problema di fondo è sempre la comunicazione, quella profonda intendo. Il voler ascoltare l’altro e capire il perché delle sue scelte, senza criticarlo o prendere delle posizioni.

La diversità tra di noi dovrebbe ampliare le ns scelte. Sforziamoci di capire che siamo diversi, esperienze diverse, ambienti diversi, neurologie diverse, convinzioni diverse, credo, cultura, religione o colore della pelle diversi.

La realtà oggettiva non esiste, esistono solo infinite esperienza soggettive che si intrecciano tra di loro!

Mi hai chiesto perché non ho motivi per festeggiare il natale? No! Perché non avevi la minima voglia di capire chi sono io, ma solo la volontà di affermare chi sei tu!

Ecco, per queste feste, sforziamoci di chiedere, capire gli altri, perché quando lo facciamo come per magia anche loro capiranno noi.

Tolleranza, l’unica speranza in questo mondo dove ognuno pensa alla propria ‘panza’! (pancia nel mio dialetto)

Tanti auguri a prescindere se festeggi o meno, se hai l’albero o il presepe, se te ne sbatti delle feste o se ogni anno a natale ritorni ad essere bambino. N

Chi mena per primo mena due volte???

Orgoglio che Imbroglio!

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‘Io ho sempre fatto così, vuoi dire a me come fare questa o quell’altra cosa?!? Sai da quanto tempo faccio questo?!?’

Conosco spesso vecchi imprenditori che sono usciti o stanno per farlo dal mercato e attempati venditori disoccupati, che esordiscono con simili frasi infelici.

Ultimamente uno (storico) venditore molto presuntuoso, in un colloquio, mi diceva, con un ghigno sprezzante: ‘in 40 anni di esperienza ho imparato tutto quello che c’era da imparare! Figurati che quando io ho iniziato, tu forse non eri nemmeno nato!!’

Si, hai (forse) imparato quello che prima c’era da imparare, ma ora ci sono altre lezioni, altri docenti, altre aule, altri sistemi da studiare e vivere.
Per il fatto che non ero ancora nato all’inizio della tua carriera, meno male altrimenti, ora, ero già defunto..

Mi accorgo invece che molti reiterano quanto hanno appreso solo all’inizio della loro carriera. Ovvero, invece di avere 40 anni di esperienza magari hanno x 40 volte ripetuto quanto appreso nei primi mesi di formazione!

Potrebbe essere questa la verità:
40 anni di esperienza = 6 mesi di esperienza x 40 volte

Cazzo, se fai 40 volte il primo superiore, sei sempre al primo superiore!
Giusto o Giustissimo? 🙂

L’esperienza non si misura con gli anni ma con le volte che ci mettiamo in discussione, che leggiamo, chiediamo, ci confrontiamo evolvendoci di conseguenza. L’orgoglio radicato (presunzione) ci imbroglia illudendoci che sappiamo, che siamo arrivati e nessuno ci può insegnare niente!

In azienda dico sempre che facciamo le cose in un certo modo fino a quando qualcuno non ci dimostra di poter fare, quelle stesse cose, meglio di come le facciamo, ma non accetto le supercazzole!

Orgoglio Orgoglio,
più cresco e più m’imbroglio ! N

Se conosci anche tu qualcuno ‘imbrogliato dall’Orgoglio’ condividi, commenta e arricchisci con la tua esperienza. Grazie

‘la bella vita’ o ‘la vita è bella’?

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Ultimamente leggevo uno stato di un mio amico su fb, uno di quelli sulla protesta alla politica,
che premetteva:

‘ho una bellissima moglie, due bellissimi figli, una casa, un canone, una mia attività, mangio tre pasti abbondanti ogni giorno, non mi manca niente ma non faccio la bella vita’.

Aiutatemi a capire.. vi prego!

La mia risposta istintiva è stata:
‘Tu fai la bella vita anzi, ci vuole molto meno per farla!’

Mi sono preso del ‘perbenista’ e mi sta bene, se questo significa non lamentarsi a cazzo ed avere sempre il bicchiere mezzo pieno!

Ora vorrei capire da voi,
cosa significa fare ‘la bella vita’????

Significa magari, non lavorare? Spendere dei soldi che non sono i tuoi?? Avere rendite di casta??? Una villa con piscina ed evadere le tasse????

Ho capito allora, il mio amico si è espresso male, voleva forse dire ‘non mi manca niente ma non faccio il politico’??!??

Scusate la provocazione ragazzi ma sono solo domande che, come al solito, vorrei liberare dalla mia contorta mente ‘perbenista’!

Intanto rimango con la convinzione e voglia di voler credere che
– ‘la bella vita’ – è la parafrasi della nota – ‘la vita è bella’ – quella che intendeva il grande Benigni, nel suo stupendo capolavoro.

Grazie a quanti condividono e commentano, sperando in una soluzione.. N

Vivi la vita che non vivi

chiedimi almeno il permesso

Sapevi di vivere la vita che non vivi?
Eccoti le cause..

Entra un cliente che mi chiede per una macchina, e come spesso succede, di colpo squilla il cellulare (il suo).
In quel momento, sovente, mi aspetto per educazione che mi si chieda il permesso di ricevere la chiamata.
Del resto, voglio solo il minimo rispetto nei confronti, del mio e altrui, preziosissimo tempo, niente di più.
Allora, tranquillo e speranzoso, lo autorizzo, con il paraverbale, anche a poter prendere il cellulare in mano e vedere chi lo chiama.

Tutto bene fino a quando, il tipo con disarmante nonchalance, accetta la chiamata e risponde come se io non ci fossi!

Capisco che siamo una generazione intossicata di tecnologia, capisco che ci crediamo di non avere il tempo (perché non lo sappiamo gestire), capisco tutto perché io sono il primo tossico di iphone mac e derivati ma tossico educato e consapevole, che non comprende la maleducazione.

Mi sforzo di trovare un significato al fatto che in molti (troppi) non riescono ad avere il rispetto e l’attenzione che minimamente si dovrebbe dare alle persone, a prescindere dai rapporti e/o ruoli.

Mangi a tavola con tanti e ti ritrovi a fare sterili conversazioni con pochi, boicottate dagli smartphone dei partecipanti che esplodono di notifiche e suoni!
Tutti sempre noncuranti del fatto che Tu ci sei e che stai utilizzando il tuo cazzo di tempo per stare con loro!

Allora limpida mi giunge la verità:
Viviamo una vita che non Viviamo!

Diamo priorità alle persone che ci chiamano, rispetto quelle che abbiamo davanti.
Raccontiamo quello che stiamo mangiando, invece di assaporare quello che buttiamo dentro la bocca.
Fotografiamo paesaggi che non abbiamo nemmeno visto per poi illuderci di riviverli in un secondo momento.
Condividiamo degli stati che forse non abbiamo nemmeno il coraggio di vivere.
Che grande beffa!

ci divertiamo pienamente solo nel momento in cui pensiamo a quando ci divertiremo o ricordiamo a quando ci siamo divertiti. N (tratto dal mio divertimento che tormento)

Iniziamo a fare le cose, una per una, qui e ora.

Viviamo, non pensiamo di vivere.
Facciamo, non speriamo di fare.
Proviamo, non ci immaginiamo di provare.

Vivi la vita che non vivi?? Rispondi al cellulare mentre gli altri ti parlano? Mandi i messaggi mentre mangi in compagnia?? Condividi la pensi come me.

Sacrifici di una vita spazzati dalla crisi

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Ieri sera, tornando a casa, mi sono fermato in un nuovo alimentari di prodotti del Sud.

Nei giorni precedenti avevo visto il tanto lavoro nell’allestire e preparare il tutto, con occhi consapevoli e affascinati di chi ha vissuto (aperto e chiuso) diverse startup.

Mi appassiona vedere l’entusiasmo e quanti sacrifici le persone sono disposte a fare per cambiare in meglio la propria vita.

D’altro canto, mi deprime vedere le stesse attività ‘chiudere prima di aver effettivamente aperto’, che dramma!

Il posto in cui mi sono fermato ieri, era il classico pizzicagnolo con prodotti locali.

Vado sempre da nuovi esercenti per tre motivi fondamentali:
1 aiutare startup
2 capire l’economicità del business in atto
3 diagnosticarne prospetticamente la durata

Per questi motivi, ho riempito 2 buste di cose che nemmeno mi piacevano, ma io sono uno che vuole scoprire e azzardo spesso!

Mentre conoscevo il proprietario e facevo mille domande sui perché è per come della sua nuova attività, raccoglievo i dati a me necessari per la disamina che avrei fatto a posteriori.

Tornato a casa ho provato i prodotti e mentre riflettevo sui possibili margini applicati agli alimenti da me acquistati, constatavo che non avevo avuto valore aggiunto:
costi alti + prodotti mediocri + presentazioni mediocri + titolare già scazzato + posizione pessima = giorni contati.

Basta con le cose mediocri, basta con le attività tradizionali, basta con il nostro pressappochismo. Rischiate di farvi spazzare via da quella che in tanti chiamano crisi ma che io chiamo Mediocrità!

Ho già detto che le scelte possibili, al giorno d’oggi sono solo 2:
O low cost O eccellenza
(Ma non le potere scegliere entrambi!)

Mediocrità is death! N

Aiutiamo le piccole imprese a non essere spazzate dalla crisi.

E tu, aiuti le imprese locali???? Consigli bene al tu amico che sta aprendo una nuova attività??? Te la prendi come me quando qualcuno chiude??????????

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La durissima Verità

ignorare

Per quanto ci possiamo impegnare ad essere fighi, alla moda, interessanti, eruditi, super sportivi e crocerossini, dobbiamo sempre fare i conti con una dura verità.

Scorro fugacemente la mia bacheca di facebook e mi accorgo che questa realtà è sconosciuta a molti.

Qualcuno sotto sotto, come me, ne è al corrente ma se ne infischia e continua imperterrito ad ignorarla.

Ho visto un ragazzo che dopo aver conosciuto questa maledetta verità è diventato pazzo! Ricordo ancora il suo viso sconsolato, i suoi occhi tristi e la sua voce stridula. Poverino, ora ignoro la sua sorte..

Se solo alcuni fossero coscienti di questa durissima realtà, avremmo meno stronzate da leggere supercazzole da fare e immagini insignificanti da vedere.

Una realtà semplice ma sconcertante, pesante ma silenziosa.

Ragazzi, non volevo essere io a dirvelo ma…

..la dura e cruda verità è che…

..alla gente non frega un cazzo di voi! N

Telepsicosi Collettiva

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Telepsicosi Collettiva

Ieri sera, parlavo con una mia amica sull’importanza di togliere la televisione in camera e di ridurre i pollici dei vari televisori in casa (pollici intesi metaforicamente..).

Il consumismo ci ha invaso proprio dalla televisione e, attenti attenti, dai Tele/Giornali.

Da tempo, oltre ad eliminare dalla mia camera quell’essere parlante che mi inquinava sonno, sogni e pensieri, ho eliminato drasticamente anche i tele e giornali dalla mia vita!

Ho scelto di non essere condizionato dai mass media, le notizie importanti le vengo a sapere comunque. Della cronaca nera e dell’ipnosi collettiva sulla crisi e sulla fine del mondo, andassero pure tutti a (fanculo); politici, uomini di falso potere, caste e annessi!

La bella notizia è, che questi, non hanno potere su di me per il semplice fatto che li ignoro. Le informazioni di cui ho bisogno di sapere le cerco da solo. I film e programmi che voglio vedere, preferisco pagarli direttamente piuttosto di pagarli con il grande costo del lavaggio celebrale chiamato pubblicità!

Disintossichiamoci quindi dalla televisione e approfittiamo dei momenti di condivisione per parlare, confrontarci, leggere e programmare il nostro futuro con chi ci è vicino!

Riprendiamoci i nostri rapporti, fortifichiamo le nostre relazioni, diamoci la possibilità di scegliere cosa sapere, cosa vedere, cosa fare e pensare!

Ci hanno voluto ingabbiare e dirci cosa è giusto e cosa è sbagliato, cosa va di moda e cosa è passato di moda, cosa si deve mangiare e cosa non si deve mangiare, il bello ed il brutto, l’accettato ed il tabù.

Scegli con la tua testa ora e sempre, fai solo quello che ritieni giusto a cui puoi dare un significato, basta fare le cose per inerzia o perché ‘si devon fare’ . Non si deve fare un cazzo di niente, non siamo automi, il cervello in mezzo alle nostre orecchie serve per ragionare non per riempire in vano uno stupido cranio vuoto!

Se pensi che la troppa televisione ci sta rovinando allora condividi questo post e migliora la tua vita riducendo la Telepsicosi Collettiva! N

Scendere dal piedistallo (arcal da lu’ piticon’)

scendi dal piedistallo

‘Ti parlo chiaro, sto chiudendo l’attività, devo subito togliere questo BMW X6, prendere una piccola auto e monetizzare il più possibile per conguaglio’.

A questo punto, cerco di capire le esigenze, che di solito sono quelle di realizzare maggiormente. Di conseguenza, dopo aver fatto diverse domande gli propongo, come faccio di solito, delle soluzioni più congrue.

Indispettito il tipo, dalla sfoltita chioma grigia, con un’orologio che parlava di vecchie glorie e dalle bellissime scarpe ormai usurate da troppi parquet increspati e bordi piscina trascurati, mi domandò:
‘Come fai a pensare che io passi dalla mia macchina a quelle che mi hai proposto??!?? Ma stai scherzando?!! Non posso mica farmi vedere con una Fiat o con quella o quell’altra scaciola!!’

A parte che, da Italiano, mi vergogno quando si disprezza un nostro prodotto, a prescindere da quale esso sia, poveri anti nazionalisti complessati, carne da macello del consumismo!

Dalle mie parti si dice
”arcal da lu’ piticon” cioè, riscendi dal piedistallo.

Sarà che sono una semplice persona, di una semplice famiglia in una semplice realtà.
Sarà perché mio padre si è spaccato il culo una vita lavorando 12h al giorno, per il solo scopo di passarmi valori e non valore.
Sarà che oggi lo stesso mio padre, Vincenzo, gira con la uno a metano e quando lo vedo, semplice e vero come sempre, ne sono proprio fiero!
Sarà questo ed altro ma continuo a non capire!

Capisco solo che se questa situazione si chiama Crisi allora benedetta sei tu Crisi che vieni nel nome delle cose vere.

Quindi: ”ricalcate subito da questo cazzo di piticone, che è traballante dalla Crisi!”

Se anche tu conosci persone che non riescono a scendere dal ”piticone traballante”, aiutali, non rimanere indifferente, fai una buona azione dicendo a questi: ‘scendete pure che siete sfigati comunque!’

Buona giornata a prescindere da dove siete o pensate di essere! N

Avvoltoi della crisi

India Vultures

‘Considerando questa crisi ti posso offrire al massimo la metà di quello che mi chiedi!’

Questa e frasi analoghe, sono quanto ricorrente mi capita di sentire nel mio lavoro.

Orde di affaristi, pseudo commercianti e speculatori incalliti, con l’arroganza e la scarsa educazione di chi ignora le dure regole a cui gli esercenti devono sottostare.

È normale fare trattative nel nostro paese, ma è deleterio pensare di voler fare affari con la dignità altrui!

Dopo tantissimo tempo che vivo situazioni commerciali ho appurato che oggi non ci sono più ruoli e limiti da rispettare.

Tutti pensano di essere commercianti e soprattutto di avere potere d’acquisto.
Il problema, miei cari, è che il consumismo ci ha fatto credere in un potere finto.

Ci siamo illusi, grazie alla globalizzazione, di poter comprare di tutto. Così, mano mano, abbiamo ucciso tutte le pmi (piccole e medie imprese) su cui si basa il 70% della ns economia!

Abbiamo speculato facendo crescere le multinazionali che ora, leader del mercato, ci tengono al guinzaglio.

Complimenti, bell’affare!

E tu, aiuti la ns economia o quella dei pesi che ci stanno ricomprando???????????????